A Piedi Nudi

Critica


"A Piedi Nudi"

L’artista propone lavori che con modalità, tecniche e formati diversi traducono in termini visivi l’incanto cosmico del sorgere del sole, l’alba che dalla notte dei tempi illumina un mondo senza equivoci perché spogliato di tutte le categorie e colto sinesteticamente nella sua dimensione aurorale.
Nelle opere di Giovanni Scagnoli essenza ed esistenza, immaginario e reale, visibile e invisibile si confondono annullandosi a vicenda per aprire l’orizzonte ad un impregiudicato e ancestrale rapporto dell’uomo col mondo.
In questa storicità primordiale che scava nella memoria per agganciare il reale, l’artista si denuda di tutte le scorie culturali e si inoltra a ‘piedi nudi’ nella natura, per aderire alla terra, inspirare ed espirare assecondandone i ritmi vitali, immergersi nelle acque dolci e marine, a tu per tu con gli elementi naturali fondamentali.
Elementi indispensabili alla vita ma fragili, che chiedono la cura e il rispetto, soprattutto in angoli di paradiso ancora incontaminati come l’arcipelago delle Antille. Sono essi infatti che garantiscono la dimora agli esseri viventi, il canovaccio dove si radicano e si intrecciano frammenti di storie e di vissuti , ethos ed epos, da cui prendono forma le grandi narrazioni delle popolazioni caraibiche, colonna sonora della loro cultura.
Ecco allora che nel delicato vortice di colore filamentoso, raggrumato nei toni caldi dei raggi solari che fendendo il pulviscolo atmosferico vanno a intridere i verdi variegati della vegetazione terrestre o a penetrare nelle trasparenze turchine dei mari, l’artista dona esistenza a significazioni mute che traguardano i dati visuali oggettivi per restituire una pratica magica della visione, una sorta di rituale del sorgere del sole che ci invita ad aprire gli occhi sul mondo.
E nel magma informe, ma composto, di colori, segni, striature delle sue opere appare un motivo costante: lo stagliarsi al centro del vortice di un nucleo cosmico, una particella originaria che in un gioco di rimandi, di riflessi e di luce si affaccia estatica dalla profondità del vuoto da cui prende forma la trama dell’essere.

Paola Ballesi